
Rodotà, ha anche parlato del ''rischio di una vacanza morale, come la chiamava Primo Levi. Alcuni ritengono di essere liberati dalla morale, dall'etica pubblica. La questione delle intercettazioni riguarda proprio l'etica pubblica. Non possiamo permetterci alcuno slittamento che comporti un ampliamento a dismisura delle vacanze morali. Il ruolo della stampa è quello di consentire la libertà critica dei cittadini”.
Rodotà ha poi citato il rapporto del Censis secondo il quale ''il 60-70% dei cittadini si formano la loro opinione politica sulla tv generalista” e ha evidenziato tre punti centrali per la stampa italiana in questo momento: l'economia, la politica e le questioni di tipo censorio.
Per Rodotà il nodo della privacy si può sciogliere con il codice deontologico dell'attività giornalistica mentre il ddl Alfano presenta aspetti censori e da' al padrone in redazione più argomenti per farsi sentire.
Enzo Iacopino, segretario dell’Ordine nazionale dei giornalisti, condividendo le affermazioni di Rodotà, ha richiamato "le responsabilità che incombono sui giornalisti perché osservino le regole deontologiche che, se fossero rispettate, vanificherebbero gli interventi censori esterni alla categoria". Ha anche confermato la completa disponibilità dell’Ordine a individuare le soluzioni in sede legislativa che possano meglio tutelare il diritto alla riservatezza anche dei privati cittadini che si trovino coinvolti in vicende giudiziarie.
Franco Siddi, segretario della Fnsi e moderatore dell’incontro ha concluso con “la speranza che nel prossimo confronto parlamentare, a cui vogliamo dare il nostro contributo nelle audizioni al Senato, si vogliano cassare le norme babbane del ddl sulle intercettazioni''. Alla manifestazione sono intervenuti, tra gli altri il portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti, il presidente dell'Unci Guido Columba, il senatore Vincenzo Vita e responsabili del sindacato.